Nei giorni passati sul blog di Valentina  e su quello di Babi sono stati pubblicati due post molto carini che mi hanno fatto un po’ riflettere. Entrambe si sono sfogate riguardo quelle domande diciamo scomode che regolarmente si sente fare chi é lontano da casa.
Di solito chi é lontano non vede l’ora di raccontare e condividere la propria esperienza, anzi spesso ci si trattiene pensando magari di “rompere” dopo un po’; spesso anche perché le emozionanti conquiste o scoperte sono su questioni di una banalitá assurda, ma mentre danno una grande soddisfazione a chi sta reimparando un po’ tutto possono, agli occhi degli altri, sembrare cose molto banali.
Molte volte si ricevono domande su quella che é la nuova vita da expat ed é bello percepire la partecipazione delle persone care che ci vogliono essere vicino. E qui arriviamo al dunque, perché il problema spesso non sono le domande in sé, ma chi le pone e come vengono poste.
Mentre alcune domande proprio non si dovrebbero fare, altre subiscono la variabile di chi le pone e come le pone. Questo per dire che la stessa domanda fatta da un caro amico che si preoccupa per noi viene ovviamente percepita diversamente rispetto quando a portela é una persona che sai benissimo che di te non gliene puó fregare di meno e che lo fa solo perché deve impicciarsi dei fatti altrui e pontificare sulle scelte fatte in casa d’altri (se qualcuno si sta domandando se le sue domande sono state scomode…se vi ho risposto allora é stato un piacere condividere con voi la nostra esperienza, se ho cambiato discorso riflettete!).

  • Ma non ti annoi a stare a casa dall’ufficio? Perché non ti cerchi un lavoro lí? No non mi manca per nulla. Il mio lavoro mi piaceva un sacco, ma era pur sempre un lavoro e non mi manca la routine dell’ufficio. Se mi chiedi se mi mancano le persone che lavoravano con me allora beh la cosa é un po’ diversa e si mi mancano molto. Non mi annoio, perché ho mille interessi e le giornate sono sempre troppo corte. Non mi cerco un lavoro qui perché indipendentemente dal fatto che debba/voglia lavorare se mi becca l’immigrazione a lavorare con il mio visto mi rispediscono di filato in Italia. (Da notare che di solito questa domanda da persone che sono anni che ti dicono quanto gli piacerebbe poter stare a casa dal lavoro).
  • Di solito poi a ruota arriva un’altra fra le seguenti domande/ considerazioni: “Ahhh ma allora tuo marito guadagna veramente bene!!!/Ma riuscite a vivere solo con lo stipendio di tuo marito?/Ma tuo marito quanto guadagna?” No solo quello stipendio non ci consente di arrivare a fine mese, ma nonostante tutto abbiamo lasciato famiglia e affetti per venire dall’altro capo del mondo (che poi nella vita puó succedere di tutto, ma sfido io a trovare qualcuno che lascia tutto per andare dall’altro capo del mondo e consapevolmente non arrivare a fine mese). Ma in Italia ti saresti mai permesso/a di fare di queste domande? E allora perché me le fai se sto dall’altro lato dell’oceano? Che poi ovvio che fa la scelta di espatriare la fa perché cerca in qualche modo di migliorare la propria situazione personale e famigliare (a livello economico, lavorativo, culturale… ), ma non vuol dire automaticamente che hai fatto fortuna.
  • Siete negli USA, ma perché nel fine settimana non andate in giro a vedere qualcosa (NY, i grandi parchi, LA)? Ecco appunto siamo negli USA, avevi un atlante a scuola? Sai quanto sono estesi? Solo il Texas é due volte l’Italia. Fare piú di 10 ore tra voli e scali per andare a NY e altrettante a tornare indietro per essere in ufficio lunedí mattina non é che sia un weekend da favola. Sí perché poi ricordiamo che il lunedí qui si va in ufficio non é che siamo in perenne vacanza. E poi distanze a parte non é che salto in macchina e vado a prendere un caffé a LA, i voli costicchiano anche qui. Comunque non mi sembra che tu trascorra i tuoi fine settimana tra Parigi, Dublino, Berlino e via di seguito…
  • Altra motto gettonata “Tornate in Italia per le vacanze? Ma non é che i voli vi costano troppo!” Ecco magari rinuncio a un fine settimana a NY ma torno a casa per Natale? Forse ho rinunciato ai fine settimana di cui sopra per vedere famiglia e amici per le feste? Forse forse che non sono affari tuoi decidere quali sono le prioritá su cui investire le risorse di casa.
  • Un’altra perla si saggezza é :“Ma all’universitá ci vai per davvero?” No guarda faccio finta, pago le tasse per sport e poi aspetto che il prossimo semestre mi segnalino all’immigrazione cosí ho tutto il tempo per venire a prendere un  caffé con te, in Italia peró.
Insomma é proprio vero che la rete abbatte le distanze fisiche (perché mai che queste persone abbiano il coraggio di fare queste domande vis a vis), ma purtroppo anche quelle scomode che vorresti mantenere.