Come dicevo nel post riguardo l’esperienza da exchange student in questo caso non posso portare la mia esperienza diretta, ho chiesto quindi alla mia amica Rita se aveva voglia di condividere la sua esperienza. Rita é la mamma di Alice, exchange student partita da poche settimane per la Florida. Ecco il racconto di come sia, prima, maturato il desiderio di fare questa esperienza e gli step che hanno intrapreso fino ad arrivare alla partenza a metà  agosto.

Ciao Valentina,

inizio a raccontarti l’avventura di Alice come exchange student. Ci sono da fare alcune premesse. Innanzitutto mia sorella, Lucia, la zia di Alice, nel lontanissimo 1988/89 ha fatto la stessa esperienza in un piccolo paesino rurale del Minnesota. Per casa Alice ha sempre sentito parlare mia sorella di quell’esperienza, ha guardato e riguardato lo yearbook di sua zia, le foto, le pagelle. Ha conosciuto Becky, la ragazza che ha ospitato mia sorella (nonostante gli anni, si scrivono e riescono anche a vedersi di tanto in tanto).

Secondo punto, non meno importante: mio marito ha vissuto diversi anni negli Stati Uniti, mio suocero lavorava in IBM (nei tempi d’oro della società), e ha frequentato i primi due anni di elementari e l’ultimo anno di high school e due di college negli US (fra Austin, Texas e Rochester Minnesota).

Alice è sempre stata una persona con un carattere ben delineato, fin da piccola non le è mai interessato “far parte della massa” e non ha mai scelto uno sport o un’attività solo per seguire le scelte dell’amichetta di turno. Ha sempre avuto un carattere dolce ma deciso al tempo stesso. L’abbiamo sempre, sin da piccolissima, abituata a viaggiare. In Italia, in giro per musei nelle città vicino alla nostra e all’estero ( è già stata tre volte negli Stati Uniti, la sua prima volta aveva 10 anni), sia in Europa che oltre oceano.

Il suo “viaggio nelle lingue” inzia in quarta elementare, quando si appassiona all’inglese insegnato a scuola. Devo, ancora oggi, ringraziare la maestra Giovanna per averle insegnato poche regole ma basilari! Dai 9 anni ha sempre detto di voler studiare lingue. Infatti, una volta iniziate le scuole medie, le sue materie preferite erano spagnolo e inglese (grazie di cuore anche alla sua prof di inglese delle medie, sta vivendo tutt’ora di rendita!!!). L’estate fra la seconda e la terza media decidiamo di farle fare una vacanza studio in Irlanda. Va con una compagna di classe. Non si trova molto bene, soprattutto perché le hanno inserite in un gruppo di 18enni e loro, 12/13enni, si sentono un po’ escluse (l’agenzia con la quale vanno è Interstudio Viaggi). Alice non si lamenta più di tanto, tant’è che l’estate successiva, dopo l’esame di terza media, vuole ripetere l’esperienza, stavolta a Plymouth, UK (con Studiamondo).

Nessun dubbio in fase di scelta della scuola superiore: liceo linguistico.

I primi tre anni di scuola sono andati bene, nessun debito, solite difficoltà con l’odiata matematica e il “simpaticcissimo” prof. Ma se l’è sempre cavata alla grande. Nel frattempo io, ogni anno, chiedo gli opuscoli per l’anno all’estero alle varie associazioni: Intercultura, EF, Youabroad, WEP etc.. L’estate scorsa, a giugno, pochi giorno dopo l’uscita dei tabelloni con i risultati finali, iniziamo seriamente a parlare della possibilità di fare un anno da exchange student. Alice vuole partire subito 🙂 soprattutto, non ne può più del sistema scolastico italiano e della poca meritocrazia che c’è nelle scuole. Mi arriva per mail una pubblicità di EF per sostenere gratuitamente il colloquio di selezione e decidiamo di andare (dopotutto è gratuito e non è vincolante). Era martedì 8 luglio quando ci siamo presentate alla sede EF di Milano (Zona San Babila). Oltre ad Alice c’erano altre due ragazze, accompagnate dalle madri, per fare il colloquio e altri tre o quattro ragazzi venuti solo a scopo informativo. La direttrice EF ci spiega a grandi linee lo scopo del programma di scambio culturale e poi le tre ragazze che devono sostenere il colloquio vanno in un’altra stanza. Alice mi racconterà poi che hanno fatto un’intervista in inglese, con domande mirate a capire se le ragazze fossero pronte ad un’esperienza simile (domande tipo: se capitassi in una famiglia di colore avresti problemi? Se capitassi in una famiglia con due genitori dello stesso stesso o con un genitore single? etc…).

Dopo un’oretta Alice esce e riprendiamo la metro per tornare a casa. Mi dice che è tranquilla e che ci daranno risposta via mail. Dopo 2 giorni mi scrive EF dicendo che Alice aveva superato il test di lingua e quello psicologico e quindi sarebbe stata una exchange student. Ci sono da preparare vari documenti, molti documenti, tantissimi documenti 🙂 ma siamo pronte, ovviamente dopo aver versato la quota di iscrizione. Ne parlo con marito e decidiamo per EF, senza sentire altre organizzazioni (Intercultura l’avevo esclusa fin da subito perché non dà la certezza dello stato e Alice voleva gli Stati Uniti. Escludo, stupidamente – dopo capirai perché dico stupidamente – WEP e Youabroad solo per comodità, dopotutto inutile pagare due colloqui, visto che EF l’ha già presa). Facciamo bonifico e ci mettiamo a leggere tutta la lista dei documenti da preparare.

Per quel che riguarda il passaporto siamo a posto! Anche le foto, ne troviamo di carine e le carichiamo sulla pagina EF dedicata ai futuri exchange (ognuno ha utenza e psw dove caricare tutti i documenti e tramite questo sito la EF comunica con i ragazzi e le famiglie, lì abbiamo scaricato i biglietti aerei e visto la host family di Alice). Rules & Regolation letto e firmato, anche quello a posto. Academic Transcript a posto, avevamo già portato a Milano copia delle ultime pagelle scolastiche di Alice, per sicurezza carichiamo sul portale anche l’ultima, quella del terzo anno (chiunque voglia fare l’exchange student sappia che non bisogna essere stati bocciati negli ultimi due anni prima dell’application, pena non essere ammessi) .

La student application richiede un po’ più di tempo. E’ la “lettera” di presentazione attraverso la quale le host family ti sceglieranno. Va quindi compilata con estrema sincerità.

Per la Letter of Recommendation scriviamo alla prof di Inglese di Alice. Per fortuna non era in vacanza, ma impegnata con gli esami di maturità. Le inviamo il modulo da compilare e dopo due giorni ci chiama per andarlo a prendere. E’ stata davvero carina e disponibile.

Health Certificate: o mamma 🙁 che disastro… compila, vai dal medico che, giustamente vuole visitare Alice, scancia 50€ per la firma del certificato. Chiama l’asl, fatti fare copia dei vaccini…. ad ottobre Alice deve fare il richiamo della DTP, quindi inziamo ad inviare il documento così com’è ad EF, aggiornandolo poi a vaccinazioni fatte.

EF pressa affinchè si compili il prima possibile tutta la documentazione richiesta e Alice, da brava scolaretta, compila tutto entro i primi di settembre.

Da adesso parte la ricerca della famiglia ospitante. Da quello che ci hanno spiegato gli IEC (Internationl Exchange Coordinator) leggono le presentazioni dei ragazzi e fanno una prima selezione in base agli interessi, tipo di studi, etc… Poi cercano una scuola che accetti gli exchange e solo dopo che la scuola accetta l’iscrizione (che può avvenire anche a giugno dell’anno dopo), si cerca la famglia ospitante.

Alice compilato tutto a settembre… a inizio ottobre ci telefona EF dicendo che c’è una famiglia interessata ad Alice (anche loro sono sorpresi della velocità di abbinamento!), una famiglia IEC, ma che ospiterebbero anche un ragazzo norvegese per i primi mesi (questo succede quando vogliono assicurare iscrizione alla scuola del ragazzo norvegese e poi gli troveranno altra famiglia) e, quindi, vogliono consenso sia di Alice che di noi genitori. Alice mi dice subito di sì, l’importante è che non sia un ragazzo italiano, altrimenti non avrebbe senso. Firmiamo online sul portale EF.

Da quella firma ad aprile 2015 più niente!!!! Il vuoto…

Non ci pensiamo, fra una vacanza negli Stati Uniti, la scuola da tenere d’occhio (non vorrai mica avere debiti quest’anno che poi non parti eh!!!) , lo sport due volte a settimana, la chitarra, il nonno che non sta bene etc etc…. la routine quotidiana ci assorbe.

Ricevo una raccomandata da EF i primi di aprile, guarda caso proprio dopo il 31/3, data ultima per iscriversi al programma exchange con qualsiasi altra organizzazione. Ci comunicano l’adeguamento valuta e ci chiedono un 22% in più rispetto al prezzo iniziale. Non ti dico il nervoso, visto che nessuno aveva mai parlato di questo adeguamento e visto che il dollaro aveva recuperato molto rispetto all’euro. Moltissimi genitori imbufaliti creano un gruppo chiuso su facebook. Si parla di azione collettive contro l’associazione, avvocati, giornalisti etc… specialmente perché le altre organizzazioni come Youabroad e WEP non hanno applicato alcun adeguamento!!! (vedi perché mi sono mangiata le mani??!!) Molti telefonano quotidianamente ad EF, chiedono di parlare con la responsabile che scarica tutto sulla sede di Lucerna (che emette fattura).

Telefono alla sede EF di Milano e, senza toccare l’argomento soldi, chiedo se ci sono novità in merito alla famiglia, che da ottobre era impossbile non avere un nominativo, una scuola etc (molti ragazzi che hanno completato l’application a marzo si ritrovano già con famiglia assegnata, sanno già destinazione e tutto… ). Guarda caso adesso mi danno delle informazioni, forse spaventati dalla rinuncia di molte famiglie dopo aver ricevuto la richiesta di aumento. Mi dicono che la famiglia si trova appena fuori Phoenix, Arizona, una famiglia composta da 6 persone, papà, mamma e quattro figli e mi mandano via mail nominativo scuola. Sul portale EF però NON c’è ancora la conferma di tutto questo.

Chiedo ad Alice cosa vuol fare, visto che ci sarebbe la possibilità di andare con Youabroad (che ha riaperto le iscrizioni all’anno all’estero dopo aver subito la richiesta da moltissimi genitori che venivano da EF e con la quale Alice, nel frattempo ha fatto un colloquio telefonico sia di inglese che con psicologa e, ovviamente, ha superato).

Alice mi dice che sarebbe felice di trovarsi in una famiglia con 4 figli, lei che è figlia unica… che dopotutto quella famiglia aveva scelto lei in mezzo a tantissime application. Con calma ci penso e dico che, in fondo Alice è figlia unica e con un po’ di sascrificio mi sarei accollata quell’adeguamento e avrei pagato. Quindi andiamo avanti con EF, nonostante la richiesta spropositata!

Ricomincia il tran tran quotidiano e quasi ci dimentichiamo di EF. A fine maggio ancora nessuna conferma della famiglia e della scuola. A inzio giugno andiamo ad un incontro formativo di una giornata a Milano. EF ne organizza due, uno a Milano e uno a Roma. E’ un incontro per parlare ai genitori di eventuali problematiche che incontreranno i figli e di come poterli aiutare, per farci ascoltare le esperienze di chi è appena tornato dopo un anno in US. I ragazzi, invece, sono tutti suddivisi in gruppi e fanno attività con personale EF della sede centrale di Boston. In questa occasione ci viene consegnata una borsa piena di cose da utilizzare durante il viaggio (borsone ef, maglietta con la scritta class’16, porta documenti, tessere sanitaria stipulata con EF, etc….)

Ci comunicano che le wave di partenza saranno 6: ogni mercoledì dal 22 luglio al 26 agosto.

Tutti i ragazzi EF, provenienti da tutte le parti del mondo, si troveranno a NYC. Il mercoledì si viaggerà fino a New York, i ragazzi poi soggiorneranno presso la Hofstra University, vicino al Queens. Giovedì faranno attività suddivisi in gruppi. Venerdì visita Manhattan e sabato ognuno partirà per la sua destinazione finale.

Non conoscendo la data di partenza non possiamo organizzarci con le ferie. Faremo, quindi, qualche giorno qui e là… dopotutto con i soldi che ci ha chiesto EF ci saremmo potuti fare un bel giro del mondo 🙁 argh

Metà giugno, la scuola finisce, Alice promossa… la testa è libera e pensa solo agli Stati Uniti. Richiamo EF e mi dico infastidita per la mancanza di informazioni. Mi dicono, solo a questo punto, che la famiglia che si era offerta NON è più disponibile (ovviamente possono farlo per mille motivi, ci mancherebbe. Vuoi un trasferimento a metà anno, vuoi problemi di salute/economici o anche solo perché non ne hanno più voglia, dopotutto sono famiglie che lo fanno in modo del tutto volontario!). Che altre due famiglie erano interessate ad ospitare Alice ma NON hanno passato i test di EF (NON ho assolutamente idea di che test siano, so che per ogni famiglia controllano la fedina penale e che le condizioni igienico sanitarie della casa siano adeguate)

Alice contatta il ragazzo norvegese, col quale già era in contatto e gli chiede info. Anche a lui hanno detto che non andrà a Phoenix.

Passa il tempo e nessuna novità. Partiamo per quattro giorni in Finlandia a trovare un’amica, torniamo e andiamo al mare. Proprio mentre eravamo al mare, in una piccola pensioncina di riviera, senza il wifi funzionante, ci arriva una mail, dove ci danno comunicazione sia della famiglia che della scuola. Anche qui c’è un double placement, stavolta con una ragazza tedesca. Firmiamo il consenso per il double placement e Alice contatta la ragazza tramite facebook.

Fanno subito amicizia e sembra esserci un bel feeling tra di loro.

Dopo due giorni di mare, torniamo a casa e troviamo conferma sia della scuola che della famiglia (stavolta in Florida, Gainesville, a nord di Orlando).

FINALMENTE! E’ stato più lungo di un parto.

Tramite il portale EF scarichiamo la lettera dell’IEC e della host family (fortunatamente l’IEC vive nella stessa città dove vivrà Alice, così, in caso di qualsiasi inconveniente o problema, sarà più facile contattarla). Vediamo il sito della scuola, cerchiamo da google map la futura casa :-))

Alice e Uschi si messaggiano su whatsapp ogni giorno (il ragazzo norvegese ad inizio agosto, purtroppo, non aveva ancora l’assegnazione, povero)

Mancano solo i biglietti! Ma quando si parte???

A inizio agosto ci comunicano che la partenza è nella wave 4, quindi il 12 agosto.

Alice è serena, era più agitata a giugno, quando ancora non sapeva dove sarebbe capitata. Parliamo via skype con la famiglia, la host mom un po’ come me, parla parla parla ehehhehe, lui un po’ come mio marito, silenzioso ma presente (sono di Detroit ma si sono spostati al caldo nove anni fa. Hanno tre figlie, tutte sposate, una a Detroit, le altre a Gainesville, vicino a loro. La più piccola Saundra, sposata a giugno, ha legato molto con le ragazze…. se leggi il blog di Alice ne parla spesso).

Per adesso, posso solo dirti che Alice è contenta! E’ serena, le piace moltissimo Uschi, l’altra exchange student, la famiglia, le fanno fare moltissime attività (mia sorella continua a dirmi che è stata fortuna, che a lei non avevano fatta fare nulla, non l’avevano portata neanche a Minneapolis!!!!). La scuola le piace, per adesso eheheh.

 

Fin qui il racconto dell’esperienza a tratti un po’ travagliata di Rita e Alice. Se volete seguire come sta andando quest’esperienza da exchange student potete leggere gli aggiornamenti sul blog di Alice: My life in Florida