Esiste ancora il sogno americano? Ecco lo scrivo subito secondo me sì: il sogno americano esiste ancora!
Anzi è anche bello vivo, anche se con qualche acciacco qui e là.
Spesso nei gruppi degli expat leggo frasi tipo “Il sogno americano è morto”, “Ma cosa vieni a fare qui che non ci sono più opportunità”… e così discorrendo. Di contro ci sono sicuramente anche tante affermazioni positive ed incoraggianti, ma il numero di persone che ha una visione negativa mi pare veramente alto.
Il sogno americano è visto come la possibilità di raggiungere ogni obbiettivo che ti poni, potersi realizzare nella vita, poter realizzare le proprie ambizioni.
Certo come dicevo è un sogno vivo ma con qualche acciacco, alcuni anche non indifferenti. Perché inutile dirlo per alcuni tutto ciò è più facile. Ci sono categorie che sono avvantaggiate dallo status sociale, dalla posizione economica.
Quello che credo spesso deluda è il vivere una disillusione però dovuta a speranze mal riposte o aspettative spesso non realistiche. Forse la parola sogno in sé trae in inganno. Quando pensiamo a un sogno pensiamo a qualcosa che sia facile, raggiungibile non dico senza fatica e impegno, ma comunque in modo non troppo arduo.
Credo che molti fraintendano questo il Sogno Americano esiste, ma nessuno ha detto che sia facile. Tantissimi americani hanno due, tre lavori. Tanti arrivano a laurearsi ad avere un master e vedere finalmente la loro carriera decollare magari non da giovanissimi, perché hanno lavorato per tutto il tempo degli studi. Tanti professionisti affermati che considerano il loro sogno professionale realizzato stanno magari ancora pagando dopo anni e anni i debiti contratti per pagarsi gli studi.
Certo si può pensare e ma allora che sogno è? Parte del sogno è proprio sapere che gli sforzi e i sacrifici sono ripagati, grazie anche al fatto di vivere in una società dove la meritocrazia c’è, seppure sia una società ancora piena di contraddizioni ed iniquità che rende per alcuni la strada non solo ardua, ma troppo ardua.
Questo sicuramente si accentua molto in molti espatriati/immigrati perché arriviamo con background culturale completamente diverso. Dove per tanti il posto sicuro è obbiettivo da perseguire (e se non lo è per noi lo era per la generazione dei nostri genitori); mentre ci troviamo a vivere in un paese dove è normale magari a 40, 50 e anche 60 tornare a scuola per migliorarsi non solo a titolo e soddisfazione personale, ma anche lavorativamente.
In più, nell’immaginario di molti, c’è l’esperienza, le storie che magari abbiamo sentito raccontare degli emigrati delle generazioni passate dove sembrava che bastasse venire qui lavorare sodo e si faceva fortuna. Tornavi ognitanto in Italia mostrando tutto il benessere che avevi ottenuto.
Ma siamo sicuri che il sogno americano, come spesso viene inteso, fosse realmente così alla portata dei tanti emigranti che sono venuti qui? Tanti arrivavano da situazioni veramente disagiate dove un minimo di benessere rappresentava già un grande salto, ma questo gap oggigiorno si è ristretto. Non si comunicava facilmente come ora quindi magari la realtà veniva abbellita anche un po’ nelle poche volte che si comunicava. Magari non con l’intento vero e proprio di mentire ma i pochi momenti di condivisione venivano usati per le cose belle e non per raccontare le difficoltà con la lingua, il fatto che l’aiuto dei “compaesani”era spesso una necessità perché non è che fossimo sempre ben visti. Non è che la risposta “Italy” a domande tipo “di dove sei? Che accento hai?” generasse sempre le reazioni positive che genera di questi tempi (almeno nella maggior parte dei casi). E a a pensarci non è che facciamo in modo molto diverso oggi con i profili social no? Solo è diventato tutto più immediato.
Alla fine io credo che questo paese offra ancora tantissime opportunità per poter realizzare i propri sogni ed aspettative. È importante capire che in realtà non c’è un unico sogno americano, ma sta a noi capire come poter realizzare il nostro sogno con le risorse e possibilità che ci da questo paese. Dobbiamo però ricordare che alla fine anche se viene chiamato sogno deve essere realista, concreto anche qui come sempre gli USA si dimostrano il paese delle grandi dualità.
E voi lo avete realizzato il vostro sogno americano?
Scrivi un commento