Quest’anno ho avuto modo anche io di partecipare a una Easter Egg Hunt…che sarebbe? Beh la caccia all’uovo di Pasqua. La tradizione prevede che un prato o un giardino siano disseminati di uova, contenenti piccole sorprese. La favola vorrebbe che a lasciarle sia stato il coniglietto pasquale (Easter bunny) e che solo i bambini che sono stati buoni riescano a trovarle.
Per capire come io alla mia veneranda abbia preso parte a una caccia all’uovo devo fare un piccolo passo indietro.
Questo semestre, al college, sto frequento un corso che approfondisce gli aspetti dell’insegnamento a persone con necessitá speciali. Per il superamento del corso é richiesto di aver prestato un certo numero di ore volontarie presso un’associazione che si occupi di persone con disabilitá fisiche o cognitive.
Non sto qui a raccontarvi le peripezie per trovare l’associazione, magari potrei dedicarci un post,  e la preoccupazione di non riuscire a soddisfare questo requisito del corso, viste tutte le implicazioni burocratiche che avrebbe comportato. Per farla breve dopo diverse ricerche ho iniziato a prestare questo servizio presso un’associazione che si occupa di aiutare persone non vedenti o ipovedenti. Fanno un lavoro veramente eccezionale. Si occupano di dare supporto scolastico, ma anche di insegnare a persone che abbiano perso la vista o non vedenti dalla nascita come poter effettuare tutte le azioni quotidiane che noi diamo così per scontate.
Venendo finalmente alla caccia all’uovo…giovedí scorso l’associazione ha organizzato in un parco cittadino la sua Egg Hunt e ovviamente tutti i volontari, tra cui la sottoscritta sono stati chiamati a raccolta.
Potrete ben capire come questa si sia rivelata una Egg Hunt un po’ diversa dal solito. In effetti finché non sono arrivata non mi ero posta molte domande su come il tutto avrebbe avuto luogo. Innanzi tutto abbiamo disseminato un prato di uova, ma mentre lo facevamo mi domandavo come i bambini avrebbero potuto trovarle. In fondo la parte divertente sta proprio nello scovare l’uovo, inutile dire che se ti devono indicare dove lo trovi tutto il divertimento si perde. Così un po’ intimorita dal rischio di fare una domanda politicamente scorretta ho chiesto “Ma come faranno i bambini a trovarle?” La risposta é stata che il prato che stavamo preparando era non per i bambini della nostra associazione, ma per altri bimbi con altre disabilitá non visive che erano stati coinvolti. Per i bambini della nostra associazione abbiamo subito dopo preparato una caccia all’Uovo ad Hoc con le …uova sonore.
Uovo sonoro - Easter Egg Hunt - Parole Sparse qua e lá
Uovo sonoro
In pratica ogni volontario é stato munito di un uovo che emetteva un segnale sonoro così da indirizzare nella giusta direzione i bambini. Ovviamente siamo stati anche muniti di un ricco cestino carico di uova con sorpresa che i bimbi potevano mettere come bottino nel loro cestino. Nelle poche ora trascorse a fare quest’ attività di volontariato sono tantissime le cose che ho scoperto possano aiutare le persone con questo tipo di disabilitá. Molte volte non si pensa a come anche con piccoli accorgimenti si possano rendere il più “normale” possibile la vita quotidiana di queste persone. O come alle volte basti veramente poco per complicarla, ad esempio capitava magari di spostarsi di qualche metro e i suoni si sovrapponevano fra loro rendendo difficile ovviamente identificarne la fonte. Dovremmo sempre ricordare che alle volte anche un piccolo gesto, magari compiuto  quotidianamente senza pensarci puó avere notevoli effetti sulla vita delle persone che ci stanno accanto.
Comunque é stato incredibile vedere come questi bambini scorrazzassero per il prato con i loro cestini carichi di uova, felici di dare la caccia al loro agognato bottino.
Con questo post auguro anche a tutti voi una felice e serena Pasqua.