“La facoltà d’illuderci che la realtà d’oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall’altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d’oggi é destinata a scoprire l’illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.”

Luigi Pirandello

Oggi su quasi tutti i gruppi/pagine expat é stato condiviso questo articolo 100 Short impressions after a year in Italy . Le reazioni sono state le più disparate, ma salvo poche eccezioni erano prevalentemente opposte. Alcune sostenevano essere le cose riportate come corrette altre come se chi ha scritto questo post fosse un pazzo allucinato. Onestamente io appartengo al primo gruppo, ma ora a prescindere dal decidere chi debba avere ragione, questo rimane il punto di vista  di una persona che dopo un anno vede l’Italia arrivando da fuori.

Certo alcune non sono accuratissime, ma fatte alcune valutazioni mi sembra siano piuttosto legate a quello che é il nostro paese. Intanto penso sia necessario  leggere questa lista con un poco di autoironia, comprendere che la percezione delle cose non sempre é la stessa perché cambiano i background da cui si proviene e la realtà a cui si é abituati. Magari alcune considerazioni sono portate dalla conoscenza di qualcosa che é usuale dove questa persona si é trovata a vivere e altrove no. Ormai non conto più le volte che con le mie amiche americane, sparse fra i vari Stati, abbiamo scoperto, magari casualmente, che cose che sono comuni per una di noi non sono così per un’altra o viceversa. Soprattutto é bene tenere a mente  che se qualcuno ci dice che facciamo qualcosa di strano non necessariamente questa deve essere vista come una critica, ma solo come il fatto che qualche nostra abitudine puó apparire quanto meno bizzarra.

Tra i vari commenti letti qua e lá ho letto cose del tipo “Yankee go home!”, “Chi sono gli americani per giudicarci?”… per cose del tipo che  abbiamo bisogno del bigliettino per prendere il prosciutto? E ditemi se non é vero, ecco io mi vergogno un po’ invece di offendermi (tralasciando quelle che sono ovviamente simpatiche o “innocue”). Allora, però, chi sono gli Italiani per poter giudicare gli Americani come zozzoni, zotici, anaffettivi, ignoranti, guerrafondai, razzisti…solo per elencare alcuni degli aggettivi più gentili che mi é capitato di leggere o che sono stati usati in alcune discussioni da persone che magari neanche hanno mai messo piede qui o peggio ancora qui ci vivono, spesso per convenienza. Certo non tutti ci sono Italiani, sia in Italia che qui in USA, che apprezzano questo Paese, riconoscendone pregi e difetti.  Ci sono Americani che rientrano in queste categorie? Certo, come ci sono Italiani, Francesi, Inglesi… Ma se un Italiano puó generalizzare dando del guerrafondaio ad un Americano allora poi accettiamo di essere riconosciuti all’estero come mafiosi, tanto per fare un esempio che mi ha toccato da vicino in questi giorni non solo per i fatti di cronaca recenti.

Qualche giorno fa un negozio locale ha introdotto la produzione di pasta fresca avendo l’idea di consacrare il prodotto come originale italiano perché “approvato dal Padrino”, con tanto di faccione di Don Vito Corleone. Ovviamente ho trovato la cosa di pessimo gusto e non ho mancato di farlo presente a chi di dovere (se siete curiosi la cosa é finita bene e di nuovo con un customer care a dir poco attento al cliente, ma magari ne parliamo separatamente che merita una storia a sé). Ecco vi assicuro che nei giorni passati riuscire a passare come credibile nel spiegare come per gli Italiani la mafia sia una piaga e non una roba cool come nei film non é stato tanto facile viste le immagini che hanno fatto il giro del mondo.

Quindi ecco forse il fatto che pare strano che condiamo l’insalata solo con l’olio invece che con millemila intrugli non é la peggior cosa che poteva essere rilevata.