It’s a boy!

Ufficialmente Birillo é l’unico in famiglia a non essere expat essendo nato qui in Texas, ma visto che vive in una famiglia di expat vive suo malgrado anche lui questa condizione.
Il primo problema che deve affrontare poverello é il suo nome, il suo italianissimo nome. Provate a far pronunciare a un americano Birillo…probabilmente la sa lingua si annoderá su stessa e usciranno i suoni piú strambi, la r e la doppia LL sembrano mandarli in crisi. Molti expat quando hanno i bambini in terra straniera si preoccupano del nome che daranno ai pargoli, di quanto possa essere facilmente pronunciabile, di come possa essere storpiato e cose cosí,  analizzando tutto due volte sia per la lingua originale che per quella adottiva. Ecco noi per il cucciolo non ci abbiamo pensato a questo problema, quando é arrivato a casa eravamo abbastanza impreparati e non avevamo un nome pronto e cosí dal nulla ci é venuto in mente Birillo, che ci ha fatto subito simpatia.
Dopo due giorni che era con noi prima visita dal veterinario e lí abbiamo iniziato a capire. Nell’ordine sono andate in crisi assistente del bancone, infermiera e veterinario…in un groviglio di r e l nessuno riusciva a chiamarlo con il suo nome e cosí si taglia la testa al toro e “Chiamatelo Pinny che é meglio!”.  Pinny che poi sarebbe il diminutivo di Pin niente altro che il birillo del bowling. Il fatto é che a quanto pare gli americani non trovano buffa l’associazione con un birillo (stretto e lungo, con il culotto tondo), credo che per loro sia troppo radicata l’idea del bassotto=salsicciotto. E cosí quando si va in giro e ci chiedono il nome ormai la dinamica é  questa : “What is his name? (Come si chiama?)”,”Birillo has an Italian name, translated Pinny, like a bowling pin (Ha un nome italiano Birillo, si traduce con Pinny, come il birillo del bowling)”, facce molto perplesse (in una situazione simile un italiano al posto ti direbbe “ma come cappero hai chiamato il tuo cane”, ovviamente qui nessuno azzarderebbe una scortesia tale), “I know, but in Italian it sounds like a funny name (Lo so, ma in italiano suona come un nome simpatico)”. E cosí Birillo é diventato per il suo veterinario e per gli altri amici Pinny.
Come se non bastasse per un cucciolotto doversi dividere tra due nomi (ma lui Pinny non se lo calcola proprio, tanto peró visto che é socievole e fa le feste a tutti  gli altri non lo sanno), per il ringraziamento ha soggiornato per 3 giorni nella pensione dove rimarrá durante le vacanze di Natale. Anche qui quando siamo andati a visitarla la prima volta si sono presentate le stesse scene sopra e quindi anche qui é diventato Pinny; il problema é che come spesso capita i nomi vengono scritti un po’ come gira a chi sta scrivendo in quel momento (famosi sono gli storpiamenti sulle tazze di starbucks) e cosí quando sul sacchetto dove c’erano tutte le sue cosine Pinny é diventato Penny! “Not Penny, Pinny it’s a boy!!”.
A quanto pare non abbiamo scelto il nome linguisticamente piú azzeccato, ma secondo me gli sta tanto bene!!!