Dopo il post sul visto F1 mi sono arrivate anche diverse richieste di informazioni riguardo la possibilità di poter venire a studiare qui negli USA durante gli anni del liceo invece che al college. Non avendo vissuto in prima persona questo tipo di esperienza non conosco molti dettagli burocratici né posso fornire la mia esperienza diretta, però ho pensato di scrivere un poco di informazioni e impressioni che spero possano comunque essere utili.
Innanzi tutto il visto, di solito gli studenti che vengono in USA per degli scambi culturali arrivano con il visto J1; questo visto può essere utilizzati per diversi tipi di progetti di scambio culturale e in base alle caratteristiche del progetto a cui si aderisce ci possono diverse situazioni, vi consiglio sempre come sempre di verificare sui siti ufficiali in caso di qualsiasi dubbio. Per quanto riguarda gli aspetti burocratici sarete sicuramente indirizzati dall’associazione cui deciderete di appoggiarvi. Di solito a meno che la vostra scuola non organizzi programmi di scambio specifici é necessario appoggiarsi ad un’associazione specializzata in questo tipo di progetti interculturali. Personalmente non ne conosco direttamente nessuna, ho sentito parlare bene di CTS e AFS intercultura, ma non ho onestamente informazioni sufficienti per dare un vero consiglio in merito e le associazioni sono veramente parecchie.
So che molti, sia ragazzi che genitori, sono titubanti per la lunghezza del progetto, certo 10 mesi o più fuori casa non sono cosa da poco, ma secondo me se ne avete la possibilità ne vale la pena. Forse neppure tanto per quello che si impara studiando all’estero, ma per quello che si impara vivendo all’estero. Per quanto uno possa viaggiare molto nella sua vita mi rendo conto, dopo quasi 3 anni di vita oltre oceano, che vivere veramente un luogo é un altra cosa, ti porta a sfide quotidiane che in vacanza, o meglio in viaggio, non devi affrontare.
Purtroppo non sempre gli insegnanti italiani sono dello stesso avviso e una delle difficoltà che sembrano maggiormente incontrare i ragazzi al rientro é proprio data dei loro insegnanti. Sta al consiglio docenti della scuola in cui si torna decidere le modalità di reinserimento, alcuni (ovviamente per alcune materie questo é più facile) accettano i crediti maturati all’estero, altri richiedono una prova prima dell’inizio dell’anno e così via. Il consiglio é quindi quello di cercare di collaborare con loro fin dai mesi precedenti la partenza per cercare di trovare la miglior soluzione possibile. Ma quasi sicuramente al ritorno ci sarà parecchio da studiare per rimettersi “in pari”.
Dicevo collaborare con i docenti fin dai mesi precedenti, perché in realtà di solito la partenza avviene dopo un periodo di preparazione piuttosto lungo, non solo per la preparazione del visto, ma perché si deve essere accettati dall’associazione, deve essere fatto l’abbinamento con la famiglia ospitante e così via. Il consiglio é quindi quello di muoversi l’estate prima della partenza per essere sicuri di poter fare tutto in tempo.
Uno degli aspetti che spesso frena sono i costi, certo una certa spesa é da mettere in conto, però alcune associazioni prevedono contributi in base al reddito o talvolta si può usufruire di borse di studio, quindi non scartate a priori l’idea, ma provate a vedere se trovate comunque un programma che possa andare bene per voi. Un altro fattore rilevante nella scelta dell’associazione é che non tutte garantiscono la scelta della meta finale, si può dare una preferenza sulla nazione, ma non tutte le associazioni garantiscono che la meta finale sia poi quella che si era indicata fra le desiderate.
Sicuramente quello all’estero sará un anno divertente ed entusiasmante, ma visto che non sempre tutto é rosa e fiori si deve tenere conto che ci sono anche delle regole e delle limitazioni a cui ci si deve attenere. Alcune sono date dal visto, altre sono previste dalle associazioni. Ad esempio qui in USA anche se si é maggiorenni non si può bere fino a 21 anni, e attenzione non devono beccarvi in flagrante basta una foto su un social per essere fuori dal programma e dal Paese. Questa esperienza aiuta anche a proiettarsi responsabilmente nell’età adulta.
Come dicevo non ho esperienza diretta a riguardo così ho chiesto alla mia amica Rita di raccontarmi la sua esperienza di mamma di un exchange student, ma soprattutto il percorso che hanno compiuto per arrivare al momento della partenza. Questo il suo racconto.
Vi lascio anche il link ad alcuni post dedicati da Lucy alla storia di altri exchange student:
- Alessandro exchange student
- Marina, exchange student
- Un anno all’estero – exchange student
- Storia di Giulia, exchange student
Infine visto che le immagini spesso spiegano anche meglio delle parole vi lascio il link ad un canale youtube. Ci tengo a segnalarvi i video di questo ragazzo per un paio di motivi. Il primo é che lui é rientrato quest’estate e quindi, se partirete dall’inizio, potrete seguire tutto il suo percorso in questo anno vissuto in USA, ed il secondo motivo per cui ho scelto proprio questi video é perché ho veramente apprezzato come questo ragazzo ha vissuto questa esperienza. Sí é divertito, ma in modo tale che un genitore possa stare tranquillo a sapere un figlio lontano da casa. Insomma credo che invoglierà i ragazzi a partire e dará anche qualche rassicurazione ai genitori più apprensivi
(Il canale di Alessio Canova – ho pensato di presentarvelo segnalandovi il video del Prom che forse é una delle esperienze più caratteristiche che i ragazzi desiderano fare )
Un’esperienza che cambia davvero la vita! Da ex exchange student in USA e volontaria per molti anni con Intercultura, se qualcuno vuole qualche info ulteriore, sono felice di mettermi a disposizione.
Grazie Claudia 😀
Avessi potuto fare anche io un’esperienza simile…
Io quando ero al liceo non ci avrei mai pensato, magari 3 mesi (che comunque non penso servano molto più di una vacanza, ma sempre meglio che niente), ora con il senno di poi partirei subito…ma dirlo dopo sempre più facile.
E’ un’esperienza veramente unica, ma bisogna esserne preparati e non avere problemi a scuola in Italia, o il rientro sarà difficile. Un’altra buonissima organizzazione è la WEP.
Mi pare che le associazioni più serie comunque prevedano dei requisiti minimi di partenza dai ragazzi che si iscrivono, di sicuro sulla lingua straniera ma credo anche su altre materie. Grazie per la segnalazione.
Io sono andata all’estero grazie al programma Erasmus all’università. E’ un’esperienza incredibile e come scrivi tu spesso ci sono i sostegni da parte delle istituzioni.
Mi piace tantissimo il vlog che hai segnalatooooo!!!
Ecco io sono andata in Germania ma come ben sai non mi sono fermata a quella esperienza 😀
Grazie!
Ehehehehe direi proprio che ancora non ti sei fermata. 😀 Forse peró con erasmus (non lo so come dicevano sono praticissima non avendolo fatto io in prima persona) é più facile trovare delle risorse di sostegno, magari nei programmi di scambio delle università o borse di studio pubbliche, mentre qui é tutto rimesso alle associazioni temo
Io non ero a conoscenza da “studente” ma conoscendomi avrei detto “non ha senso farlo ora, un’esperienza simile posso sempre farlo a diploma ottenuto” sottovalutando invece l’aspetto importante ovvero l’età. Ahime.
idem
Non posso che ripetermi Vale i tuoi post sono straordinari e visto che sono troppo vecchia per fare certe esperienze spero tanto invece di poterle donare a Sharon e che capisca che bisogna cambiare e vedere posti nuovi e persone dieverse per apprezzare il tutto . Adesso non lo capisce tanto ma spero che la Cina possa regalargli una bellissima esperienza di vita , prima di raggiungere il suo sogno in America questo ragazzo mi piace un sacco grazie per avercelo fatto conoscere 😀
Buona settimana
Vero