– Appena possibile verrano ripristinate tutte le immagini –
Sabato 18 Dicembre
Sveglia all’alba e alle 5 del mattino con i miei ci mettiamo in moto alla Volta di Malpensa. Per fortuna niente nebbia o neve, anche se le previsioni meteo avevano dato un po’ di neve.
Arriviamo puntuali, anzi pure in anticipo così che al check in mi tocca aspettare un po’. Finalmente mollo la valigia, saluto i miei un po’ preoccupata. Nel peggiore dei casi li ritiravo aglioggetto smarriti al rientro :ehi:
Passo tutti i controlli della sicurezza e della frontiera e via sull’aereo.
Il volo e’ passato abbastanza veloce: un po’ ho letto, un po’ ho sonnecchiato; tralascio il pranzo gentilmente fornito da American Airlines che a parte i classici biscottini, paninetto conburrino prevedeva la scelta tra una schifosetta coscetta di pollo e una porzione di pasta ai peperoni (che credo sia conteggiata come bagaglio aggiuntivo sull’aereo per quanto va a influire sulpeso del mezzo in questione).
Cmq sara’ la voglia di arrivare, sara’ che sono fresca come una rosellina, ma New York arriva presto. Purtroppo in fase di atterraggio ero dal lato opposto alla skyline della citta’ e quindiappuntamento rimandato.
Recupero il bagaglio e passo indenne i controlli alla frontiera, dove mi prendono impronte e fanno foto segnaletica, qui posso fare un primo sfoggio della mia perfetta padronanza della lingua.
Finalmente giungo nella zona arrivi e un saluto veloce, mollo le borse a L.e corro in ritirata perche’ per me sono quasi le 20 e dalle 5 del mattino che sono uscita di casa non fatto din din:shock: . L’eterno dilemma sull’aereo e’ prendo il posto sul corridoio e vado in bagno o il posto del finestrino e poi mi blocco le funzioni vitali perche’ mi prende male chiedere a unosconosciuto se puoi farmi passare, perche’ a quel punto io so che lui sa cosa devo fare: di solito opto per la seconda e cerco di sopravvivere.
Ci mettiamo subito in moto alla volta di Washington, sono quasi le 4 del pomeriggio e abbiamo di fronte 4 ore di macchina.
Gia’ uscendo dall’aereporto della citta’ si vedono i tipici sobborghi della citta’, tipici USA e sembra di essere in un telefilm.
Ci immettiamo sull’interstate, che sarebbero poi le nostre autostrade, ma contrariamente alle nostre autostrade sono gratuite e si pagano solo i tratti che fanno da tangenziale alle grandi citta’(ma neanche sempre) o se si passa in lunghe gallerie o ponti (in pratica se sfrutti delle grosse infrastrutture) e lì alle volte ti danno delle botte. Giusto per rendere l’idea 11$ e dico 11$ perfare un ponte!!!! (se non si e’ capito mi sono rimasti qui, sapete come sono “parsimoniosa”) Dal ponte almeno si vede la skyline di New York .
Fidatevi c’e’, non e’ colpa del fotografo o meglio della fotografa se c’e’ foschia e la macchina si muove!!!!
Strada facendo ci viene fame e usciamo per cercare un posto dove mangiare. In pratica non esistono i nostri autogrill, ma ad ogni uscita dell’interstate ci sono posti ristoro (tutte le variecatene di ristorazione) e hotel (dai classici hotel a schiera che si vedono alla tv ai vari best western, holiday inn…). Il paese dove usciamo e’ in pieno spirito natalizio e quindi ho gia’ laprima conferma sulle famose luci di Natale con cui gli americani sono abituati ad addobbare morigeratamente casa loro. Questo puo’ essere un tipo esempio (foto dal web) di una mediamente
illuminata
Ma tornando a noi la scelta cade su cracker barrel. Praticamente una catena presente in alcuni stati dove servono quella che dovrebbe
essere la tipica cucina di campagna, in pratica bisteccone in ogni forma…
Una volta terminata la cena ci rimettiamo in moto e arriviamo nella capitale federale. Qui si crolla dalla stanchezza anche perche’ per la sottoscritta sono le 4 del mattino del giorno seguente.
19 dicembre – domenica
Ci svegliamo con calma e ci dirigiamo a piedi verso la nostra prima meta, uno dei musei del complesso dello
Smithsonian. Lo Smithsonian e’ il piu’grosso complesso museale al mondo con 19 musei, 9 centri di ricerca e giardino zoologico. E in piu’ offre tutto gratis
Come prima tappa visto che avevo insistito io a qs visita alla capitale federale ho pensato a qualcosa che potesse piacere particolarmente a L.
Siamo andati al’ Air and Space Museum .
Appena si entra si possono ammirare i moduli delle missioni lunari, il Saint Luis di Lindberg, l’aereo di Amelia Earhart. Poi si puo’ entrare in un modulo lunare, “parcheggiato in una dellesale”. Fighisssimo il settore con tutte le memorabilia delle missioni Apollo. Per tutte queste cose se andate sul vari link trovatre anche le foto sui siti ufficiali.
Dopo pranzo (abbiamo mangiato al self service dell’ American art museum (questo non lo abbiamo visitato tutti e 19 sarebbe stato impossibile – ma abbiamo visto le sale per arrivare al self tantoera gratis così ci siamo pure riparati dla freddo).
Nel pomeriggio ci siamo dedicati al
Museo di scienze naturali e al National Mall. Si vede in tanti film (tipo quando Forrest Gump parla ai veterani del vietnam…).
Per prima cosa siamo arrivati ai piedi dell’
obelisco, non siamo saliti perche’ dentro non sapevo se c’erano scaleo ascensori e quindi non volevo fare la fila per niente (eravamo a circa -1° con un vento tremendo); visto il mio famoso terrore per il vuoto…
(dove non specifico dal web le foto sono mie)
Di lì, sfidando il freddo, siamo andati al
Memorial di Lincoln. Lungo il parco c’erano un sacco di scoiattolini a cuinon ho potuto dare nulla perche’ non ero attrezzata con nessuna nocciolina purtroppo!
Abbiamo anche dato una prima sbirciata alla
Casa Bianca.
Il memorial di Lincoln e’ veramente imponente, artisticamente magari non il massimo (noi italiani siamo abituati troppo bene), ma sicuramente e’ imponente. Gli americani ci entrano quasi in punta
di piedi, per loro e’ stato un presidente importantissimo. Washington si puo’ dire che ha creato la nazione ma Lincoln ne ha presenvato l’unita’ nazionale.
o se preferite direttamente dai Simpson
Qui anche prima strisciata di carta al book shop con un po’ di libri sulla storia dei presidenti americani: un po’ di shopping bisogna farlo no?
Dirigendoci verso la casa bianca siamo passati dal Memorial dei caduti in Vietnam.
Questp muro fa veramente impressione (non ho voluto fotografare nulla per rispetto ma online di sicuro trovate un sacco di foto se non lo avete mai visto). Sono riportati circa 58000 nomi. Seavete letto il link di wikipedia posso confermare quanto scritto su come sia luogo di pellegrinaggio. Mentre eravamo lì e’ arrivato un uomo di una 40ina d’anni con un bimbo di 4-5 anni hannocercato un nome (il papa’ ha scorso con il dito mezza lastra fino a fermarsi in un punto ben preciso) poi ha parlato con il bambino e hanno deposto una coroncina natalizia e si sono inginocchiati
a pregare.
Dopo siamo andati a vedere la casa bianca ma con la mia macchinetta schifosetta le foto al buio non vengono e le ha fatte L.. Comunque ci hanno accolti così, noi avevamo detto di nondisturbarsi ma hanno insistito!
A parte gli scherzi sono miracolosamente riuscita a fare la foto del National crhistmas tree.
Di lì piu’ infeddoliti di una giraffa al polo sud siamo andati a cena. Dove? Al ristorante brasiliano.
(lo so lo so sono solo al secondo giono ma la seconda settimana praticamente si riassumera’ in un solo paragrafo tranquilli!)
Lunedì 20 dicembre
La giornata inizia con una passegiata al freddo e soprattutto al gelo per raggiungere Capitol Hill: sedesia della camera dei deputati che del Senato.
(Per dovere di cronaca il venerdì c’era stato l’insediamento degli eletti con le elezioni di midterm – novembre ’10 – e’ stata la prima sessione delle camere USA che non vedevano un membro dellafamiglia Kennedy eletto dal 1947 – considerate che per tutto il soggiorno a Washington il povero giovane mi ha sentito blaterare di queste cose).
Prima abbiamo fatto il giro turistico con un’insopportabile guida e poi abbiamo preso i pass per entrare nella sala del senato. Ci abbiamo messo tantissimo a passare tutti i controlli della
sicurezza ma poi siamo entrati. E’ stato fighissimo, stavano discutendo per il rifinanziamento dell’arsenale nucleare (così ha detto Luca io non capisco una mazza se parlano veloci). Prima ha
parlato un repubblicano e poi ha controbattuto J. Kerry.
Nel pomeriggio abbiamo vistiato il Museo di storia americana. Si divivde diciamo in vari settori alcuni di “storia-storia” e altri di
storia della societa’. In quest’ultma parte ci sono alcune chicche come le scarpette rosse di J. Garland nel Mago di Oz, i pupazzi originali dei muppet (ma a me da piccola facevano paura), il
giubbotto di Fonzie e per gli appassionati anche uno dei “costumi” originali di C3PO. Di fronte a cui ovviamente abbiamo fatto una
prolungata e rispettosa sosta in adorazione.
Martedì 21 docembre
Tipica american breakfast con i pancake da
IHOP.
Al mattino dopo colazione siamo passati di fronte al
Pentagono. Anche questo come la Casa Bianca, la sede dell’FBI aQuantico e quella della Cia a Langley non sono visitabili senza dei permessi speciali. Che sara’ mai… uffa io volevo andare a vederli!!!!!
Cmq la nostra meta era il
cimitero di Arlington. Visto quant’ e’ grande (riposano qui circa 300000 soldati odipendenti federali caduti in servizio o particolarmente meritevoli – a tutt’oggi ci sono circa 30 inumazioni al giorno) e visto il freddo (-4° sempre con il vento) abbiamo preso la navetta.Prima tappa la sepoltura di Kennedy con la fiamma eterna e accanto le tombe dei fratelli, quest’ultime le piu’ semplici del cimitero credo: due semplicissime croci bianche con una piccola pietra
in marmo ai piedi con i soli nomi e date. Questo sul versante di una collina e che ha ai suoi piedi la citta’ che praticamente e’ vuota. Non vi dico il senso di solennita’ di fronte a tanta
semplicita’…
POi continuando il giro si passa di fronte ai memorial dei caduti dell’11 settembre, dell’attentato di lockerbie, della tragedie degli space shuttle (alcuni astronauti sono sepolti qui), abbiamovisto il cambio della guardia di fronte
al milite ignoto. Quando siamo stati noi erano di guardia i Marines appenae’ iniziata la cerimonia e’ sceso un silenzio surreale scandito solo dal battere dei tacchi dei militari e dalgi ordini urlati. Vabbe’ io saro’ particolarmente sensibile a ste cose ufficiali ma
vi giuro che qui da noi ce lo sognamo un rispetto tale per le istituzioni e la nazione .
(Nel pezzo in cui parla il soldato alc entro in pratica invita tutti al rispettoso silenzio, dice il suo grado e il suo corpo d’armata e dice che sono lì per onorare tutti i caduti).
Infine avrei voluto andare a vedere anche il memorial con la famosa statua di Iwo shima (foto dal web) ma faceva troppo freddo e ci siamo messi sulla strada per New York.
A dormire ci siamo fermati lungo la strada facendo tutto con molta calma.
22 dicembre – mercoledì
Ci siamo messi in moto alla volta di New York. Lungo la strada sulle macchine ho visto una cosa fighissima, ma non sono riuscita a convincere L. a metterla sulla nostra macchina.
Forse le vedete meglio salvando ed ingrandendo la foto, ma sui finestrini ci sono i cornini da renna e poi sulla parte frontale dell’auto (non sono riuscita a fare la foto) un enorme pon ponrosso per fare il naso.
A pranzo ci siamo fermati in un’altra tipica catena di cibo americano per la disperazione di L. che non ne puo’ piu’, ma a me non dispiace: precisiamo e’ vero che a me ste schifefezze piacciono,pero’ sapevo che sarebbe durato solo due settimane alla lunga capisco che a 50 anni abbiano un infarto (anzi non capisco come ci arrivano a 50 anni).
Il pranzo di oggi , hamburger e anelli di cipolla fritti, l’abbiamo fatto da
Applebees.
A meta’ pomeriggio siamo arrivati a New York, per entrare in citta’ non siamo passati sui ponti ma in una delle gallerie sotto l’
Hudson visto che sbucava proprio sulla 40esima dove avevamo l’hotel.
Gia’ arrivando pero’ si iniziava a vedere il profilo di NY.
Con il navigatore anche arrivare in hotel e’ stato fattibile, ma abbiamo lasciato subito la macchina in garage e ci siamo sistamati in hotel che era sulla 40 all’angolo con al 5th quindi in unaposizione abbabstanza centrale e comoda.
Abbiamo fatto una passeggiata sulla 5th. Abbiamo visto il
Rockfeller center con la famosa pista di pattinaggio el’albero di Natale.
Sul palazzo di fronte Saks, che lo occupa, organizza uno speccaolo di luci e suoni per il natale: bellissimo!!!!
Noi non lo sapevamo e ci siamo trovati lì nel momento buono. Ho preso il video da youtube, ho scelto questo perche’ praticamente e’0 dalla stessa identica visuale dove eravamo noi.
Dopodiche’ siamo rientrati in hotel completamente congelati.
23 dicembre – giovedì
Colazione d’obbligo da
Starbucks: infondo a NY ce ne sono solo 270circa!
Si inizia ad esplorare la citta’, prima una passeggiatina tanto per prendere confidenza e poi andiamo a fare l’abbonamento ai pulman turistici, quelli dove puoi salire e scendere liberamente perla durata dell’abbonamento.
In tanto si fa l’ora di pranzo e un uomo diperato riesce a scovare sulla guida turistica un ristorante italiano non lontano e quindi la scelta si fa obbligata.
Devo dire che abbiamo mangiato bene anche se sul menu’ c’erano un po’ di errori di ortografia “gnocchi di batata”, “robbiola”, “mortadelli”…il cameriere non ha capito subito che eravamoitaliani e così ci ha spiegaato che la chicca del giorno era un formaggio fresco, prelibatissimo chiamato…stracchino. La tentazione di dirgli che da noi te lo tirano dietro al supermercato e’stata forte ma sono stata brava.
E’ bellissimo! Non ho foto mie perche’ la mia macchina con il flash fa schifo, le ho fatte con la macchina di L. quindi prossimamente spero di riuscire ad averne copia.
Qui apro uno parentesi su una cosa che mi sconvolto!?!?!?!? (gia’ al museo di Washington a dire il vero).
Ma voi lo sapete quanto puo’ essere grande un maschio di Alce nord Americano????????? Grande lo sapevo ma non così tanto, adesso ho capito perche’ una delle prove di sicurezza dei veicoli sichiama prova dell’alce (e’ la prova contro il ribaltamento) vi lascio con qs foto presa dal web
Io sono contro la caccia ma qua c’e’ spezzatino e polenta per un inverno intero!!!
Dopo abbiamo preso il pullman turistico avventurandoci sulla parte superiore aperta ma era in possibile stare fuori. Siamo passati da Harlem e abbiamo fatto il giro di central park.
24 dicembre – venerdì
Passeggiata prima sulla 5th all’Apple store e da Fao schwarz (un negozio di giocattoli enorme quello del film big con il mega piano tanto per intenderci).
(foto dal web)
Arrivando abbiamo anche incrociato l’unico vip visto in qeusta vacanza,: mourinho che se ne andava a spasso facendo tranquillamente shopping senza che nessuno se lo filasse.
E poi a
Time square, sono passata all’
hard rock cafe’ a prendereuna maglietta. Poi al pomerigigo abbiamo preso gli autobus turistici con la linea che fa il giro della zona sud di manahattan, tra le altre cose siamo passati vicino ai cantieri di ground zero ea wall street.
Alle 16 ci siamo imbarcati sul battello per fare il giro nella baia dell’hudson, così da vedere la
Statua dellalibertàed Ellis island.
Non siamo saliti sulla statua perche’ chiude al pomerigigo presto e poi perche’ ci hanno detto che in questo periodo dell’anno o arrivi per le 9.30 del mattino o si arrivano a fare anche 3 ore difila per i controlli della sicurezza.
Il giro finisce poi passando sotto al ponte di Brooklyng.
E’ stato un giro molto bello peccato il freddo, mi sembrava si dovessero staccare le mani dalle braccia. Pero’ siamo arrivati lì all’ora del tramonto e vi lascio l’unica foto di L. che ho oradisponibile
Abbiamo ripreso il pullman con la linea che va verso nord, passando da Little Italy, Chinatown (che effetto tutte le insegne in idiomi cinesi anche l’insegna di Mc donald’s), il palazzo dellenazioni unite e passando da Park evenue anche il palzzo dove nel telefilm abitavano i Jefferson.
L’osservatorio e’ al 72esimo piano l’ascensore credo ci metta un min un min 3 mezzo al max a salire.
In cima un freddo da paura ma il panorama era altrettando (per le foto dovete aspettare quelle di L.).
Premessa: al piano dell’osservatorio c’e’ il balcone in muratura che arrrivava piu’ o meno a metà torace e poi le reti di protezione che arriveranno al max a 2.50/3 di altezza da terra.
V.: “Guarda che quell’elicottero vola basso e viene in questa direzione”
L. “Ma figurati ora gira”
V “sara’! ma non cambia direzione…guarda che viene proprio qui…dobbiamo preoccuparci?”
L”Sei sempre la sol…uhhmmm effettivamente non gira”
V&L “C@@@@@@@@”
Un elicottero del NYPD si ferma in quota a non piu’ di tre metri dalle reti di protezione, i polizziotti aprono i finestrini si mettono in posa e salutano i turisti !!!
Dopo un minuto fanno una 20 di m in picchiata girano e rifanno la cosa dall’altro lato. In questi due minuti gli alieni avrebbero anche potuto portarmi via sollevandomi sulla citta’ con raggiolasser che credo nessuno e quando dico nessuno e’ proprio nessuno non se ne sarebbe accorto.
25 dicembre – sabato
Sapendo gia’ che sarebbe stato tutto chiuso abbiamo dormito senza puntare sveglie e ci siamo alzati con estrema calma. Abbiamo iniziato a girare per trovare un posto da mangiare ma o erano tuttiestremamente costosi e la meta’ della coppia piu’ parsimoniosa borbottava ( 😎 ) o era tutto chiuso.
Ci siamo diretti allora a time square dove ovviamente era pieno di turisti e lì abbiamo fatto un tipico pranzo natalizio a base di …bic mac!!
Dopo il panino ci siamo diretti a piedi a
Central Park, ma prima abbiamo fatto una tappa all’
m&m’s world su time square. A parte i tantissimi gadget ma la cosa fantastica erano le colonne di confetti!!!
(foto dal web)
In tutti i gusti e in un sacco di colori: un po’ di shopping l’ho fatto 😉
Arrivati a central park, dopo una sosta da starbuks per un muffin con cioccolata calda, abbiamo fatto una passeggiata per il parco e siamoa rrivati fino alal collinetta di
Strawberry fields con il mosaico dedicato a John Lennon.
26 dicembre – domenica
Il programma prevedeva di andare al metropolitan museum ma gia’ il tempo non prometteva bene, quindi abbiamo pensato di fare un giro da Macy’s (centro commerciale) e poi incamminarci verso ilcaldo sud.
Usciti da Macy’s cadono i primi fiocchi di neve essendo a solo 6 isolati dall’hotel la sottoscritta propone di fare una passegiata sotto la neve a NY :abb: non l’avessi mai fatto nel giro di 10minuti la bufera!!!
Ci siamo messi subito in moto e per fortuna visto che alla sera la citta’ era così
Per strada era tutto ghiacciato, noi non abbiamo trovato tanta neve ma le strade sembravano piste di pattinaggio e c’erano un sacco di macchine per traverso
da lunedì 27 a venerdì 31 – da NY a TYler
Qui ve la faccio breve anche perchè abbiamo passato dalle 6 alle 8 ore al giorno con le chiappe in macchina.
Abbiamo attraversato la Virginia, il Tennesee e l’Arkansas per arrivare poi in Texas.
La Virginia e’ molto bella, alla base dei monti Applachi e’ una zona premontana molto sinuosa, e’ uno stato molto benestantee si vede perche’ si vedono delle tipiche case americane molto belle e ben curate.
In una delle nostre soste mi sono anche fatta portare da Hobby Lobby e al wall mart a curiosare.
Il tennesee nella parte piu’ a nord e’molto simile alla Virginia, ma piu’ si scende piu’ il paesaggio di appiattisce.
Siamo passati verso l’ora del tramonto a Nashville, non siamo entrati in citta’ ma mi ha dato l’impressione di essere una bella citta’.
Il giorno dopo siamo arrivati a Menphis, volevo visitare la csa del Re, ma c’era un’ora di coda e la vsita durava un paio d’ore. Considerando che avevamo ancora 6 ore di strada per arrivare, cheerano le 3 del pomeriggio e che il giro costava 30 dollari (non ditemi che sono tirchia coma fa Luca, sono moderatamente parsimoniosa) ci siamo messi in moto verso tyler.
Ecco Menphis per quel poco che ho visto e’ una delle citta’ piu’ brutte dove sia stata e anche i suoi dintorni non mi sono piaciuti, sono zone agricole non molto floride credo e’ ed come se ildisagio sociale sia percepile anche solo passando nelle strade.
Forse mi sbaglio ma devo dire che non mi e’ piaciuto molto come zona.
Sotto al tennesee prima di arrivare in texas si deve attraversare anche l’arkansas.
Siamo passati senza fermarci da Little Rock (e vai Bill!!! ).
Qui praticamente si e’ iniziato a vedere il grande senso religioso (chiamiamolo così perche’ e’ diversa dalla religiosita’ che intendiamo noi) degli stati del sud. Praticamente lungo la strada sialternavano un mc donald’s e una chiesa e così via per un bel po’ di km.
Finalmente nella serata tardi siamo arrivati “a casa” a Tyler.
Prima di passare da casa, L. mi ha fatto fare il giro dell’azienda, sembravamo due ladri.
Venerdì prima abbiamo sistemato un po’ casa. Poi siamo andati a fare un giro per il paese.
Tyler non e’ brutta anzi ma e’ la tipica cittadina americana, cioe’ zona residenziale, zona commerciale e così via non ci sono piazze o vie dove ci sia il passeggio. Si spotano solo in macchinadate le grandi distanze (dai dati di wikipedia ha un’estensione un po’ grande di torino ma conta 800000 abitanti in meno a tyler hanno una densita’ di popolazione di 772.3/km2 a To e’ di 6.963,61tanto per dare un ordine di grandezza).
Alla sera siamo andati a fare la spesa e poi abbiamo cenato a casa con un bel risotto con macinato e funghi: di hamburger e bistecche eravamo decisamente sazi.
1 gennaio 2011 sabato
Siamo alla partenza. Ci alziamo di buon ora. La sottoscritta prova rimandare la levata cercando di togliere l’ultima tappa in programma (giro su Dealey Plaza a Dallas – vabbe’ avete capito anchevoi che mi piace la storia…), ma il saggio L. mi dice che se dormo e rinuncio poi mi pento e mi convince a scendere dal letto.
Da Tyler a
Dallas ci sono due ore scarse di macchina. Appena arrivamo continuo a dire che e’ incredivbile sono nella sigla diDallas e: inutili i tentativi del saggio accomagnatore che cerca di convincermi che non posso “essere nella sigla di un telefilm”. Scusate ma qui e’ d’obbligo
Cmq arriviamo alla nostra meta
Dealey Plaza: qui si potrebbe essere in un punto qualsiasi che se non si sadove si e’ non sa cosa e’ successo. Non c’e un fiore non c’e’ una lapide credo che per gli americani sia stato talmente un evento traumatico che abbiano quasi voluto rimuoverlo almeno in qui dovehanno avuto luogo i fatti cruenti (un po’ come se rendesse piu’ reale quello che e’ un mito non so se mi sono spiegata): me celebrano il mito ma cercano di cancellarne gli aspetti piu’ reali.
Dopodichè siamo andati in aereoporto: prima volo per New York e poi di lì per Malpensa.
Una cosa che di nuovo mi ha colpito e’ stato al JFK di NY. In America oltre che a chiamare per gruppi all’imbarco degli aerei quando chiamano la prima classe (che e’ la prima ad imbarcarsi)chiamano anche il personale della compagnia aerea che magari viaggia sul quel volo e i dipendenti federali e le forze armate (indipendentemente dalla classe del biglietto). A un gate vicino almio doveva partire un volo x l’arizona, tra gli altri dovevano imbarcarsi due ragazzi dell’esercito. Giuro sembra una scena da film ma e’ vera. Qnd chiamano per l’imbarco la hostess gli fa segno
di andare avanti subito un tipo chiede loro dov’erano diretti loro hanno detto il reggimento, che non ricordo, e che poi sarebbero andati in Afghanistan praticamente gli altri passeri gli hanno
aperto istantaneamente un corridoio umano e hanno iniziato ad applaudirli e a ringraziarli…se pensiamo che noi abbiamo avuto come ministro uno che voleva usare la bandiera nazionale come
straccio per la polvere (per dirla in modo elegante)
Il viaggio di ritorno è filato via liscio anche perche’ il posto accanto al mio era vuoto e mi sono messa comoda a dormire per quanto lo si possa fare in aereo.
Solo un ultimo mito da sfatare e’ risaputo che hostess e steward sono dei fighi pazzeschi: ecco non quelli americani o almeno non quelli di American Airlines: le donne tutte delle babbionepaurose e gli steward degli sfigati bruttissimi 🙁 La cena del volo del rientro ve la risparmio.
Sono in Italia.
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